Brandy e Cognac ecco tutte le differenze

Brandy e Cognac ecco tutte le differenze

Parlare di Brandy e Cognac e delle loro differenze non è solamente una questione di “degustazione” ma anche di rigorosa denominazione. Difatti il termine “brandy” fa riferimento al distillato di vino in generale mentre “cognac” identifica il distillato di vino francese. Per la precisione anche l’acquavite potrebbe essere identificata come distillato simile ma questa prende il nome di “grappa” quando si impiegano vinacce italiane. Negli altri casi prende semplicemente il nome di “acquavite”. Come vedi sarebbe sbagliato riferirsi ad una di queste bevande con un termine generico tra quelli appena menzionati per cui, se dovessi avere un po’ di confusione in merito, con il termine “distillato” te la caverai egregiamente. Se ti stai avvicinando al mondo dei distillati e desideri conoscerne le basi, questa guida ti aiuterà a far chiarezza sulle denominazioni,  molte delle quali sono protette dall’Indicazione Geografica di produzione ed etichetta.

Cos’è il brandy e perché si chiama così?

Il Brandy, anche detto “arzente” è uno tra i distillati di vino più antichi al mondo. Fece la sua comparsa durante il tredicesimo secolo e, da allora, si è evoluto con tecniche sempre più elaborate che lo hanno eletto bevanda nobile per ristorare lo spirito. Ha una gradazione alcolica che si aggira sui quaranta gradi e può essere prodotto tramite distillazione di uva e altra frutta. La denominazione brandy è universale per cui, ciò che fa la differenza, è il tipo di vino o uva impiegata per la distillazione. Dalla famiglia del brandy, infatti, derivano bevande come l’Armagnac ed il Cognac e, dunque, il brandy si produce ovunque vi siano coltivazioni d’uva.

Il termine deriva dalla lingua inglese o olandese brandywine/bradewijn e significa “vino bruciato”, ovvero distillato. Questa traduzione potrebbe essere fuorviante perché, in realtà, il brandy è il prodotto della distillazione di vino sano non acetificato e da vinacce fresche. Ciò che ne aumenta il valore, infatti, è l’impiego di materie prime di grande qualità.

La produzione del brandy e le declinazioni nel mondo

Per la produzione possono essere impiegati vini rossi, rosati o bianchi ma ciò che da vita ai migliori brandy è l’uso di vini a scarso tenore alcolico e con aromi mediamente neutrali e, ovviamente, privi di solfiti. Questa bevanda è un grande classico del dopo-pasto per via dell’elevata gradazione alcolica che sembrerebbe velocizzare la digestione. In realtà lo si degusta ovunque nel mondo al fianco di un buon sigaro, del cioccolato amaro o come correttore del caffè. Solitamente viene servito in bicchieri balloon o a tulipano semplicemente a temperatura ambiente. Non deve essere riscaldato o diluito ma semplicemente sorseggiato per non disperdere gli aromi.

Esistono almeno cinque versioni “ufficiali” di brandy nel mondo ma che, per via del Paese di produzione, cambiano leggermente o totalmente il nome. Per esempio in Francia questo distillato equivale al Cognac e all’Armagnac mentre, in Italia, si chiama semplicemente Brandy Italiano. Anche la spagna ha una sua versione di distillato di vino che prende il  nome di Brandy Spagnolo mentre, in Grecia, questo distillato è conosciuto e apprezzato come Metaxa.

Ad ogni modo la sua produzione è regolamentata da differenti disciplinari in base al Paese di origine. Per esempio in Italia ed in Argentina è possibile produrre Brandy a partire da acquavite di vino mentre in altri Paesi come Australia e persino Sudafrica sono ammesse fecce e vinacce dell’uva. Inoltre vi è un accordo tra Italia e Francia per il quale il Cognac e l’Armagnac è riservato alle sole produzioni francesi in cui vigono le norme locali AOC.

Il Cognac? Tutta un’altra storia

Per questo possiamo dire che il Cognac sia una raffinata e ben più costosa (non sempre) versione del Brandy di vino. Si tratta di un’acquavite alcolica (circa 40%) che viene ricavato dalla distillazione di uve bianche. Le uve sono per lo più Ugni Blanc con quantità minori di Colombard, Sèmillon e Folle Blanch.

Questo distillato ha una patria natale da cui prende il nome, ovvero il comune di Cognac situato nella Francia Occidentale. È un distillato potente, di colore ambrato o giallino che assume varie sfumature di aromi e sapori a seconda della Cru in cui viene prodotto. Le più note e prestigiose sono la Petite e la Grande Champagne da cui provengono i marchi internazionali di buon Cognac.

Nelle altre sottozone del Cognac si producono distillati di grande valore ma a tiratura molto limitata e di difficile reperimento. Il sapore è influenzato dal sottosuolo e dalla morfologia della sottozona di produzione ma il sapore e il metodo di produzione da Ugni Blanc sono la costante che rende questo distillato inconfondibile e apprezzato in tutto il mondo.

Le differenze tra Brandy e Cognac

Al di la delle caratterizzazioni di origine e denominazione, quindi, le differenze tra Brandy e Cognac risiedono nel colore, nell’affinamento e nel bouquet di sapori. Se per il Brandy esistono varietà dolci, aromatiche e fruttate tipiche del vino rosso, il Cognac presenta quasi sempre un bouquet acidulo tipico della bacca bianca dell’Ugni Blanc. Un’altra differenza risiede nella degustazione che, per il Cognac ammette un lieve riscaldamento con le mani per permettere la leggera evaporazione degli aromi che si sprigionano nell’aria.

Infine il Brandy è spesso accompagnato in rinomati cocktail internazionali mentre per il Cognac le presenze nel mix con altre bevande è piuttosto rara, come abbiamo spiegato nel nostro articolo dedicato ai migliori cocktail realizzati a base di Cognac. Dunque Brandy e Cognac sono due fratelli nelle cui vene scorre lo stesso sangue ma che si presentano molto diversi tra loro e, a tratti, anche inconciliabili. L’uno è socievole, adatto alla meditazione ma anche ad un fine pasto in compagnia mentre l’altro, il Cognac, ha uno spirito più introverso, riservato e nobile.

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